Luca Vitone : Una domenica a Wiepersdorf, 2011

Lo scorso 5 novembre 2011 è stato presentato a e/static, in via Parma 31 a Torino, il cd "Una domenica a Wiepersdorf", tratto dalla mostra omonima (vedi QUI) di Luca Vitone, a cura di Carlo Fossati. Il cd è stato pubblicato in 500 copie e contiene il file audio che si poteva ascoltare visitando la mostra allestita proprio ad e/static (chiusa quel giorno stesso, dopo essere stata aperta il 27 maggio di quest'anno), una registrazione effettuata dall'artista nel dicembre del 1996 mentre si trovava a Wiepersdorf, per un periodo di residenza. Vi si trovano molteplici suoni, tutti quelli che formavano il paesaggio sonoro di quel giorno nei dintorni del Künstlerhaus Schloss di Wiepersdorf, in Brandeburgo, quella che fu la dimora di Bettina Brentano Von Arnim, grande scrittrice e poetessa tedesca del primo '800.

"Ein Sonntag in Wiepersdorf ... ich möchte nichts machen, nur hören...
Eine Bandaufnahme des Ortes... Wind, Blätter, Gänse, Enten, andere Vögel, Hunde, menschliche Stimmen, Autos, Flugzeuge... eine Klanglandschaft.”
“Una domenica a Wiepersdorf ... non voglio fare nulla, solo ascoltare...
Una registrazione del luogo... vento, foglie, oche, anatre, altri uccelli, cani, voci umane, auto, aeroplani, un paesaggio sonoro.”

Così presentavo nel dicembre 1996 questo progetto dedicato a una signora, alla casa di famiglia del marito dove trascorse alcuni anni della sua vita e al boscoso paesaggio circostante.
Quattro fotografie formato cartolina a parete, quattro guide/biografie della padrona di casa, quattro letti su cui potersi coricare posizionati a croce sfalsata; il tutto immerso nel suono del paesaggio attorno al luogo espositivo.
La signora, Bettina Brentano von Arnim, è una figura politico-letteraria importante, se non fondamentale, della cultura germanica e forse europea dell’ottocento. Un animo romantico della prima ora, che ha mantenuto in tutto il suo percorso esistenziale quello spirito ribelle e rivoluzionario caratteristico della gioventù e dei giovani romantici di prima generazione. Inclinazione che molti di loro, e molti di noi, mutano col passare degli anni agognando una maturità intrisa di saggezza che spesso si trasforma in saccenteria retriva.
Una donna che non parlò di femminismo, forse i tempi non erano ancora maturi, ma come altre donne quali Rahel Varnhagen e Henriette Herz organizzò salotti e convivi intellettuali giudicati perniciosi nella Berlino restauratrice di inizio ottocento. Una proto-socialista che scrisse e urlò di disuguaglianza sociale, povertà e discriminazione razziale prima di chiunque altro in Germania.
Quindici anni dopo ripresento quel progetto a 1200 chilometri di distanza, in una sala simile nelle dimensioni e con gli affacci visivi occultati da tende. Non c’è collegamento con l’esterno, il raccoglimento con Bettina e il suono del “suo” bosco è totale. Solo un rampicante si intromette e cala da un lucernario del soffitto. Una verde intrusione che testimonia quella foresta, metafora in cui risiede la progenie della cultura tedesca ispiratrice del romanticismo, motore di rivolte.

Luca Vitone, 2011

 

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