Miki Yui + Rolf Julius : small sounds meet small music

All'inizio del 2005, mentre stavamo preparando la sua seconda personale a Torino, comunicai un giorno a Julius la mia intenzione di invitare Miki Yui a venire qui nel periodo intorno all'apertura. Volevo creare, anche solo per poco tempo, un ambiente che gli fosse il più possibile congeniale, e oltre all'ospitalità in casa mia, al cibo e ai vini italiani, e all'atmosfera torinese, tutte cose da lui molto apprezzate al tempo della prima mostra nel 2001, avevo appunto pensato a Miki (che accettò subito il mio invito). Per lei Julius ha una particolare predilezione, apprezza molto il suo lavoro, sia come artista visiva che come musicista, e fu lui stesso a suggerirmi di contattarla, nel 2002.
In seguito, poche settimane prima della sua venuta qui, durante una delle nostre telefonate Julius mi disse che gli sarebbe piaciuto suonare con lei in casa mia per registrare qualcosa, procedendo nella collaborazione avviata nel settembre dell'anno prima, quando suonarono insieme una sera nell'ambito di Suite in Parochial a Berlino. Mi venne istintivamente di rilanciare, proponendogli di farlo davanti a qualche amico, dopodiché saremmo rimasti a mangiare qualcosa tutti insieme. “Why not?” fu la sua risposta, tipica, per chi lo conosce, e significativa della sua sincera approvazione, espressa così, semplicemente e con ‘understatement’. Anche Miki poi, quando gliene parlai, mi disse di essere del tutto d'accordo, asserendo che la presenza di un pubblico, anche di pochissime persone (lo spazio a disposizione, la mia sala, essendo ridottissimo) avrebbe portato quella giusta dose di ‘professionalità’ utile a garantire la loro migliore concentrazione. Io così sparsi la voce all'interno della cerchia degli amici che sapevo poter essere interessati, e alla fine ci ritrovammo in dieci (oltre a Miki e Julius), e alcuni vennero da lontano, da Parigi, da Marsiglia, da Milano e da Verona.
Il ‘piccolo concerto’ ebbe luogo la sera di sabato 16 aprile, a partire dalle 21 circa. Miki e Julius suonarono magnificamente per poco più di un'ora, e ci fu un momento in cui perfino la pioggia, battendo sul tetto sopra di noi, si unì a loro. Poi tutti insieme, come previsto, ci spostammo in cucina, per la giusta conclusione, festosa e piacevolissima, di un evento così particolare. Quel che accadde dopo il concerto, in cucina, è nella memoria di tutti gli astanti, che ne potrebbero soltanto parlare: sapori e profumi sono incomunicabili, persi per sempre ormai. Quello che invece avevamo potuto udire (e vedere anche) prima, assistendo al piccolo concerto, è ora a disposizione di tutti: racchiuso nel piccolo cerchio all’interno della busta, è pronto a diffondersi ancora una volta nell’aria, per essere ancora udito, e apprezzato.

Carlo Fossati, maggio 2006

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